Quanto inquinano le industrie di ceramica?

Quanto inquinano le industrie ceramiche? Domanda quanto mai necessaria da porsi in una zona votata alla ceramica. 

(stabilimento Coop Ceramica Imola a Faenza)

Ma un conto è la ceramica artistica, che si produce in pochi pezzi, e un conto è le ceramica industriale, che si produce in quantità enormi, e continua a volersi espandere. 

Anche a livello di impatto sul clima la ceramica industriale pone molti dilemmi. I processi di produzione della ceramica sono ad alta intensità energetica, i forni non possono ridurre la loro temperatura, e difficilmente si possono riconvertire con energia rinnovabile, da qui l'importanza di non aumentare la produzione della ceramica industriale. Anche dal punto di vista delle emissioni, l'impatto è elevato: durante la cottura o l'essiccazione a spruzzo della ceramica, si verificano emissioni di polveri e gas che possono essere derivate dalle materie prime e/o dai combustibili utilizzati. Non da meno il problema dell’emissione di metalli pesanti generati dall’utilizzo di alcune sostanze nelle decorazioni. Piombo e cadmio sono regolamentati dalla direttiva 2005/31/CE che richiede una dichiarazione scritta del produttore o importatore attestante che le merci immesse sul mercato rispettano i limiti di rilascio per queste due sostanze.

Le aziende produttrici di piastrelle di ceramica presenti nel nostro Paese (dati al 31/12/2019) erano 135 di cui 54 localizzate in provincia di Modena, 21 in quella di Reggio Emilia, 12 nelle rimanenti province della Regione Emilia-Romagna, 48 nelle restanti regioni italiane per poco più di 19 mila posti di lavoro. Nelle province di Modena e Reggio Emilia si concentra attualmente l’80% della produzione nazionale, mentre le restanti province dell’Emilia-Romagna contribuiscono con circa il 10% del totale e nel resto d’Italia si concentra poco meno del 9% della produzione nazionale.

A Faenza, come grande industria di ceramica abbiamo:
- Coop Ceramica Imola in Via Pana (che ha assorbito la Leonardo) con uno stabilimento che produce gres porcellanato, piastrelle per pavimenti. Le nuove tecnologie (Continua Plus), si legge nel sito, permettono di produrre lastre di grande formato con spessori minimo, di 6,5 mm. L'innovazione permette l'aumento dei valori produttivi.  
Gigacer Spa, in via Caltagirone, n.72. Secondo secondo l'autorizzazione integrata ambientale avviene "la fabbricazione di prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole, mattoni, mattoni refrattari, piastrelle, gres, porcellane, con una capacità di produzione di oltre 75 t/giorno e/o con una capacità di forno superiore a 4 m 3 e con una densità di colata per forno superiore a 300 kg/m3", . Viene usate una tecnologia che utilizza le polveri a secco, (l'atomizzato non si produce in loco ma arriva con camion che lo prendono da terzi), per produrre lastre di grande formato che vengono poi lavorate e tagliate per ottenere i prodotti finiti solo dopo la cottura. Dal 2015 è stata introdotta una macchina decoratrice digitale, in parziale sostituzione delle macchine decoratrici serigrafiche. Più avanti analizzeremo l'impatto ambientale e santario di questa nuova tecnologia. 

Queste si aggiungono alle 5 centrali biomassa, e ad altre industrie, e l'effetto cumulo dell'inquinamento non può che aumentare.

A Faenza i cittadini hanno spesso lamentato odori insopportabili della zona nord, ma visto che ci sono tante industrie, tra cui quelle a biomassa, le emissioni diventano molteplici, e le responsabilità diffuse, così i cittadini si demoralizzano e anche i controllori alzano (ipocritamente) bandiera bianca. Come dire, se una zona è troppo inquinata, lasciamola tale. 


E' importante sapere che il DM 5 settembre 1994 elenca le industrie ritenute insalubri. La voce 34, elenco B, prodotti e materiali, è la seguente: “Ceramiche, grès, terre cotte, maioliche e porcellane”. 

Ma come sottolinea Edoardo Bai, medico Isde, "i nuovi protagonisti, per ora poco conosciuti nell’universo ceramico, sono grandi formati (lastre mediamente di 2x3 metri, spessore di pochi millimetri, con superfici altamente resistenti ad azioni meccaniche e corrosive); non sono più inseribili nella categoria del grès porcellanato per tecnologia produttiva, logistica e tipologia di materie prime e pigmenti coloranti impiegati. Vi è amplissima letteratura che certifica danni sanitari dovuti all’introduzione, nel settore ceramico, di queste nuove modalità di produzione, che utilizzano coloranti organici e atomizzato per la produzione di grandi piastrelle di finto marmo. La stessa associazione industriale dei ceramisti sta conducendo da qualche anno ricerche volte a risolvere tali problematiche che si sono presentate ove sia stato introdotto il nuovo ciclo di lavoro, da Sassuolo a Mordano". 
La tecnologia della smaltatura a getto di inchiostro presenta numerosi composti inquinanti tra i quali la Formaldeide, l'Acroleina, i Diossilani.
Nei poli industriali di Scandiano, Casalgrande Sassuolo, Fiorano, Castelvetro, di Finale Emilia, Borgotaro, Mordano e anche a Faenza viene usata questa tecnologia innovativa che porta un vantaggio competitivo e maggiori introiti economici, ma ha anche delle pericolose ripercussioni ambientali e sanitarie. 
Questo viene precisato anche nel convegno promosso da Assoceramiche nel 2018, che conferma che l’introduzione delle nuove tecniche di produzione ha comportato seri problemi legati alla salute del vicinato. 
Sempre Edoardo Bai afferma: "i danni alla salute dei residenti sono immediati, legati agli effetti irritanti e/o allergici dei fumi emessi dal forno cottura. Esiste poi un grave pericolo per il potenziale cancerogeno di molte delle sostanze utilizzate nel ciclo di lavoro, come formaldeide, acroleina; effetti cronici che si manifestano per esposizioni della durata più che decennale. A Borgotaro, sono state evidenziate sostanze note per i loro effetti cancerogeni, promotori o iniziatori (Acido solforico, silice libera cristallina, IPA, benzopirene). Tra gli effetti più diffusi, e a breve termine, la dermatite irritativa, reazione orticarioide e ulcere nasali, accusate da centinaia di abitanti di Borgotaro; molte riguardano bambini delle scuole elementari e medie" 
Qui un link interessante di Giuseppe Amici, sulle slide esposte nel convegno di Assoceramiche
Continua Bai: "Anche allo scopo di evitare di dover fare una “Valutazione di Impatto ambientale” (VIA) in fase autorizzativa, spesso le aziende scelgono delle ubicazioni in base alla presenza, nel passato, di ceramiche ormai chiuse da tempo. Le autorizzazioni sono quindi “emesse” come variante della produzione delle aziende ceramiche che hanno cessato di esistere. In realtà, per le attuali tipologie di produzione, si tratta di aziende “completamente nuove” da un punto di vista dei processi, del tutto estranee alle vecchie produzioni, di cui condividono – forse - soltanto il nome. Ad esempio la stessa Laminam, uno degli impianti più studiati negli ultimi anni in Emilia Romagna, ha presentato si una VIA “volontaria” ma non ha approfondito sufficientemente l’impatto sanitario delle sue produzioni attraverso uno studio sanitario specifico come previsto per legge".
Cattivi odori, reazioni cutanee e di varia natura tra cui acutizzazioni di attacchi d’asma, sono i sintomi più frequenti nei cittadini che vivono vicini questi impianti. 
Secondo Isde, "si rende necessaria una Valutazione dei Danni Sanitari, la realizzazione di questa indagine è obbligatoria soltanto per le aziende di preminente interesse pubblico (Legge 24 dicembre2012 n.231), ma è contemplata la possibilità, nei casi ritenuti necessari, che le autorità procedano autonomamente anche per aziende non obbliate a realizzare la valutazione con la collaborazione della Azienda Sanitaria Locale e dell’ARPA. ISDE ha già offerto la sua disponibilità a collaborare a questa indagine, coinvolgendo l’Ordine dei Medici e i Medici di base locali, che, opportunamente addestrati, sono in grado di segnalare in tempo reale patologie di possibile origine espositiva o lavorativa, diventando una sorta di medici sentinella". 

E' bene ricordare che a Comacchio e altre zone, i cittadini sono riusciti a respingere i nuovi impianti (di polvere ceramica atomizzata) che stavano invadendo il loro territorio. I cittadini di Mordano o in Borgo Val di Taro, ancora uniti in reattivi comitati, denunciano e si oppongono alle prossime espansioni. Anche a Faenza si dovrebbe richiedere una Valutazione dei Danni Sanitari e l’elaborazione di un programma dei controlli per gli effetti cumulativi delle industrie più inquinanti (ceramiche, biomassa, inceneritori), oltre ad una centralina per il rilevamento qualità dell'aria nei pressi del polo industriale.


Un esempio di lotta e resistenza
(A cura del Comitato Borgata Chiavica di Mordano)
Il primo insediamento della ceramica, che è ubicata nel Comune di Mordano, un piccolo comune in Provincia di Bologna, risale al 1962 (I.M.O.L.A. Ceramiche S.p.A.) che poco dopo cambia nome in “CERIM Ceramiche S.p.A”. Nel 2014 l’insediamento acquista una nuova ragione sociale “MAKER Manifatture Ceramiche Srl)” che, dal 01-01-2017, diventa “FLORIM Ceramiche S.p.A”. In prossimità dello stabilimento ceramico esiste l’abitato della Borgata Chiavica, circa 220 residenti, le cui prime case distano circa 300 metri dalle emissioni dei forni dedicati alle grandi lastre. Vi sono inoltre altre due abitazioni molto vicine all’opificio, una a poche decine di metri ed una addirittura in prossimità del confine a circa 10 metri. Infine, a circa 500 metri dallo stabilimento, abbiamo il nucleo centrale della Borgata costituito sia dalle vecchie abitazioni preesistenti sia da nuovi lotti ed edifici edificati nel 2002. Dal mese di ottobre 2016, in concomitanza con il primo ampliamento di Florim, si avvertono i primi problemi: problemi respiratori, mal di testa, occhi arrossati e vibrazioni agli infissi nelle case; In questa fase, i disagi sono relegati alle abitazioni della Borgata più vicine alla ceramica. 
Ottobre 2017: si avvia la realizzazione di un nuovo ampliamento industriale dello stabilimento di oltre 50.000 metri quadri per produzione di piastrelle di grande formato (grandi lastre) ed iniziano i problemi per tutta la Borgata: odori molto acri e persistenti, vibrazioni che vengono segnalate da più abitazioni e polveri che ricadono su tutta la Borgata, una serie di disagi che colpisce dalle case più vicine a quelle fino a quasi un chilometro di distanza. Il rumore è molto elevato, in certi momenti insopportabile, e si fa fatica a stare all’esterno delle abitazioni. I problemi fisici: irritazioni alle vie aeree, occhi arrossati, nausea, mal di testa, gli attacchi di asma aumentano soprattutto per chi è costretto a restare presso la propria abitazione per tutta la giornata. Non si possono aprire le finestre senza correre il rischio di trasformare in camere a gas le stanze una volta invase dai mefitici odori. Siamo ubicati in pianura e in aperta campagna, basta che si alzi un po' di vento o che cambi direzione e il disagio odorigeno si interrompe salvo poi ripresentarsi senza preavviso. Iniziano le segnalazioni dei disagi al Comune. All’inizio di febbraio 2018 al Comune viene recapitata una petizione firmata dai residenti della Borgata (inviata per conoscenza anche ad AUSL, ARPAE, Florim e Comando dei Carabinieri) in cui vengono evidenziate tutte le problematiche. 
Si chiede all’Amm.ne Comunale di intervenire e si chiede anche l’installazione di una centralina fissa per monitorare la qualità dell’aria. Siamo molto preoccupati di quel che respiriamo quotidianamente e non siamo tecnicamente formati per poterlo valutare. Ad inizio aprile 2018, a seguito dei gravi problemi di carattere ambientale e sanitario che interessano gli abitanti della Borgata, si costituisce il Comitato dei Cittadini nella Borgata Chiavica di Mordano. Il 03 maggio 2018 l’Amm.ne Comunale indìce una pubblica assemblea per analizzare il problema e cercare le soluzioni, un confronto pubblico con la Ceramica a cui partecipano il Comune di Mordano, Florim, Ausl, Arpae e i cittadini. La riunione è molto partecipata (oltre 150 persone) e la discussione accesa. Viene condiviso un solo obiettivo comune per tutti: “far convivere popolazione e sviluppo economico dell’area” con tutti i tecnici e gli Enti preposti che si devono impegnare nel cercare e trovare delle soluzioni utili a questo scopo. In quella sede Florim si impegna a risolvere i problemi odorigeni e acustici. Vengono creati due gruppi di lavoro mirati alla risoluzione dei disagi lamentati e sono composti da Florim, Arpae, Amm.ne Comunale e portavoce del Comitato. Un primo gruppo si occuperà di Rumori e Vibrazioni e l’altro delle Emissioni Odorigene. Essi sono composti più o meno dalle medesime persone, fatta specie per i consulenti tecnici privati specifici per il loro settore di competenza. Con l’arrivo dell’estate i problemi peggiorano, non è possibile aprire le finestre (anche di notte nonostante il caldo), stendere i panni, stare in giardino, fare tutte le attività quotidiane senza avere disagi; le automobili si ricoprono di polvere, così come le terrazze, i davanzali delle finestre e l’interno delle proprietà in genere. 
A giugno 2018 (fabbrica in attività) e ad agosto 2018 (chiusura estiva della fabbrica), sono stati eseguiti dei rilievi “in continuo” da parte di ARPAE, Studio 2 (Studio di fiducia del Comitato), Ausilio (consulenti di FLORIM). I risultati delle rilevazioni sono confrontabili e quindi vengono condivisi: non viene rispettato il criterio del rumore differenziale e Florim dovrà intervenire con operazioni di bonifica per rientrare nei limiti di legge. Viene realizzato uno studio mirato e le indicazioni che fornisce (installazione di silenziatori sui camini, griglie acustiche e pannelli fono assorbenti) vengono messe in opera tra dicembre 2018 ed agosto 2019 ma, ad oggi senza produrre nessun miglioramento significativo. Un altro tipo di inquinamento acustico di primaria importanza che la Borgata subisce, purtroppo non normato dalla legge, è dato dalle Onde in Bassa Frequenza e relative Vibrazioni. Su questo argomento non ci sono norme che permettano ad Arpae di prescrivere delle indicazioni risolutive che costringano la Ceramica a non emettere le Basse Frequenze. Ma i disagi ci sono e molto gravi. Si avvertono ad ondate, di giorno e di notte, sia all’esterno che all’interno delle abitazioni e creano disturbi diretti alle persone rimbombando letteralmente nella testa e nel petto, nella quotidianità e nel sonno. Le basse frequenze diventano infatti origine di vibrazioni e diventa impossibile dormire quando nel cuore della notte vibrano i cassonetti delle tapparelle, le finestre, le vetrine e perfino le porte blindate. 
Qualità dell’aria: a metà novembre 2018 vengono installate da parte di Arpae n°2 centraline per monitorare la qualità dell’aria (presenza di particolato PM 10; IPA e metalli). Le centraline hanno raccolto informazioni per circa 1 mese, da metà novembre a metà dicembre 2018 ed il risultato è sconfortante: le polveri sottili (PM 10) raccolte dai filtri, sono superiori rispetto a quelle registrate nei centri abitati di Imola e di Bologna in punti ad alto traffico veicolare. Al fine di conoscere cosa respiriamo, il Comitato insiste perché vengano realizzate nuove campagne di monitoraggio della qualità dell’aria. Dal 12 febbraio all’11 marzo 2020, vengono nuovamente installate due centraline, una in zona centrale della Borgata e l’altra nell’abitato di Mordano. I dati, relativamente alle polveri sottili, sono pessimi, con un numero di superamenti soglia corrispondenti tra le due postazioni (Borgata Chiavica e Mordano) e ancora superiori a quelli di Imola e Bologna in punti ad alto traffico veicolare. 
Polveri: Sono stati raccolti dei campioni e fatti analizzare da un laboratorio privato e dal Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna. Continuano a cadere in quantità su tutta la zona. Si tratta di polveri più o meno grossolane che troviamo nelle terrazze, nei porticati, nelle ciotole per abbeverare gli animali, sulla vegetazione. Le polveri contengono concentrazioni elevate di Zinco, Cromo, Rame, Alluminio, Carbonato di calcio, Silice, ecc., con conseguente e significativa perdita di qualità della vita e dell’uso degli spazi privati e pubblici. Emissioni Odorigene: per risolvere i problemi odorigeni (originati dai nuovi inchiostri impiegati per la colorazione delle grandi lastre ceramiche) l’azienda decide di puntare sui postcombustori, tecnologie che hanno il primario scopo di abbattere le molecole olfattive. In totale Florim ha installato 3 post combustori termici rigenerativi per controllare tutte le emissioni in atmosfera provenienti dai diversi forni ceramici. I 3 postcombustori sono entrati in azione, rispettivamente, il primo nel 2019, il secondo e terzo nel 2020. Purtroppo, nonostante ci sia stato un effettivo miglioramento, permangono ancora sporadicamente odori di gas combusto o plastica bruciata causati per malfunzionamenti dei postcobustori stessi o per l’abbassamento della temperatura di funzionamento. L’utilizzo di queste nuove tecnologie ha tuttavia aperto lo scenario di un possibile aumento di diossine quale conseguenza dell'installazione delle stesse e si teme che la risoluzione di un problema possa averne creato un altro. Al momento non abbiamo nessuna certezza rispetto a cosa respiriamo. Sversamenti: ad ogni pioggia con intensità media si verifica un dilavamento dei piazzali di stoccaggio che si riversa nel fossato attiguo alla fabbrica facendone diventare biancastre le acque. Un prelievo ad opera del Comitato e poi analizzato da Hera ha rilevato un superamento dei limiti dell’Alluminio. Un ultimo prelievo analizzato da Arpae in occasione di uno dei 7 sversamenti accidentali (così vengono definiti) ha confermato i valori obsoleti di Alluminio e aggiunto quelli di Zinco. 
La situazione ad oggi: le polveri continuano incessantemente a cadere nell’ambiente nel quale viviamo. I limiti di rumore notturno vengono frequentemente superati. Le onde in bassa frequenza continuano a causare vibrazioni agli infissi e disagi fisici. Gli odori nauseabondi ed irritanti (unico tema dove segnaliamo un miglioramento dall’installazione dei postcombustori) sono ancora presenti ma ridimensionati nel numero. 
Anche Arpae, nell’arco di questi anni e mezzo, ha diffidato l’Azienda Florim per mancato rispetto del limite acustico differenziale notturno, per mancata predisposizione di una postazione di prelievo emissioni e per un’emissione abbondantemente fuori dai limiti di Acido Fluoridrico. 
Nel dicembre 2022 dalla fabbrica di ceramica Florim a Mordano, sono fuoriusciti liquidi biancastri, dispersi nei canali, cosiddetta "barbottina", ovvero miscele di terre, acque, addensanti, antiflocculanti usati nella produzione di ceramica. 

Ad ottobre 2022, l'assessore all'ambiente di Mordano, Federico Squassabia, di Possibile, vota contro ampliamento della Florim, unico in tutta la giunta. Il sindaco, per tutta risposta, gli toglie la delega all'ambiente. Ecco le sue parole: 
"Questa seconda richiesta di ampliamento dell’industria ceramica Florim (Mordano) segue 4 anni di rincorsa alla risoluzione dei problemi emersi nel primo: polveri, rumori, vibrazioni e odori nauseanti subiti dai residenti limitrofi (borgata Chiavica). Ancora oggi i recettori più vicini non hanno recuperato le condizioni di qualità della vita preampliamento.
Ci si ritroverà quindi con un aumento di inquinanti (anche diossina) a causa delle due linee produttive e del traffico pesante in più e con un piazzale di 4,4 ha che consumerà terreno agricolo nonostante sussistano sul territorio aree artigianali industriali dedicate. Le mitigazioni individuate (bosco urbano sui terreni adiacenti al piazzale di 7ha) sono state ridotte di molto (2ha ca) dalla regione Emilia Romagna nel giorno finale della conferenza dei servizi. Una occasione persa per creare una infrastruttura verde in grado di assorbire inquinanti, mitigare le temperature e proteggere le prime residenze della borgata. Una soluzione che scontenta i cittadini e accontenta l’azienda che su quei terreni vorrebbe ampliarsi ancora.
Altro fattore negativo sono i consumi altissimi di metano che aumenteranno ulteriormente, arrivando a circa 47 milioni di m3/anno. In un momento storico di crisi energetica e dove i combustibili fossili scarseggiano non è possibile autorizzare aumenti del genere come se la materia prima fosse infinita, come se il riscaldamento globale fosse qualcosa di non reale, come se qualsiasi istituzione, dalla più piccola alla più grande, non debba fare la propria parte. Voglio sottolineare che non si tratta di bloccare imprese e crescita economica, ma trovare una nuova strada in cui la sostenibilità ambientale sia sempre messa al primo posto e non subordinata al profitto. Ogni azione che si fa oggi per ridurre impatti ed emissioni è indispensabile per dare un futuro ai nostri figli e nipoti che non avranno a disposizione tutte le risorse di cui disponiamo (materie prime e terreno).
Penso che ognuno debba fare la propria parte in questa partita per il futuro ed eventualmente anche la parte di chi o per paura o per opportunità decida di non far nulla, perché in fondo è più semplice essere forti con i deboli e deboli con i forti. “Da questa vicenda nessuno ne deve uscire umiliato”, con questa frase del sindaco, che condivido pienamente, non posso che osservare come gli abitanti della Chiavica siano rimasti quelli in difetto, quelli umiliati, mentre l’azienda ha portato a casa quello che voleva. Voterò quindi NO a questa delibera, perché è la POLITICA e non gli enti ( ARPAE , AUSL) che decidono quale è la direzione e quale è l’asticella per il miglioramento delle qualità ambientali e i cittadini non comprendono lo scarico di responsabilità. I cittadini comprendono la sostanza e la sostanza per me è difendere con le unghie e con i denti il futuro delle mie figlie, dei bambini e delle famiglie della Chiavica e di questo territorio. E difenderò anche il futuro di chi magari è scettico, di chi non sa, chi non crede nel principio di precauzione, di chi avrà bisogno di capire, di chi ha paura e di chi gioca a deridere la mia competenza e impegno e le preoccupazioni delle persone e anche di chi, per età anagrafica, il futuro non lo vede."

Cosa fare? 
(A cura del circolo Legambiente Medicina) 

In virtù dell’esperienza vissuta negli ultimi anni dai cittadini che hanno subito i disagi dovuti alle attività dell’industria presente sul territorio, ma anche in virtù dell’esperienza, delle competenze e della conoscenza acquisite grazie alla mobilitazione dal basso che ha coinvolto centinaia di persone, si propongono quelle che dovrebbero essere le possibili azioni per mitigare i disagi e rendere più sostenibile l’intero settore. 
• Blocco immediato e senza deroghe del consumo di suolo, e di ogni espansione.
• Procedura di Via sempre e comunque per aziende insalubri o ampliamenti consistenti di esse. • Controlli in continuo e non una tantum per quel che riguarda le emissioni di inquinanti classificati come cancerogeni certi. 
• Impianti allarmati in esterno in caso di malfunzionamento dei post-combustori. 
• Partecipazione vera del pubblico con coinvolgimento diretto dei residenti per approvazione di nuove installazioni o di ampliamento di aziende insalubri. 
• Osservatorio IPCC con report e risultati delle analisi ai camini sempre pubblicati e ben visibili prevedendo che l’omissione diventi reato. 
• Ispezioni di routine agli impianti, non concordate ma a sorpresa. 
• Distanze regolamentate poiché dal Regio decreto del 1934 ad oggi non viene imposto alle aziende insalubri alcuna distanza minima da rispettare nei confronti delle abitazioni. 
• Vibrazioni e basse frequenze ad oggi non sono normate e non hanno limiti di legge. 
• Abolizione dell’articolo A- 14 bis dell’allegato alla LR 20/2000 che stabilisce misure urbanistiche straordinarie per favorire lo sviluppo delle attività industriali o artigianali già insediate nel territorio. Anche luoghi abbandonati da anni vengono dichiarati ancora in efficienza per poter usufruire di questo articolo (vedi Comacchio e Cadelbosco). 

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