L’ecomostro diventa sede della Motor Valley, con capitali lussemburghesi



Le Perle, l’ecomostro di Via Bisaura a Faenza, con le sue sfere bianche e i ventimila metri quadrati ricoperti di cemento, ormai ai rovi, sta per diventare sede della Motor e Food Valley.
Lo scellerato progetto risale al 2008 ed era a suo tempo chiamato “Life Style Outlet Village Le Perle di Faenza”: circa 120 negozi, più di 40.000 mq di parcheggi.
Il tutto a fianco delle Maioliche, centro commerciale già esistente. La Giunta comunale dell’allora sindaco Malpezzi, come tutte le altre passate e presenti, stendeva il tappeto rosso ai cementificatori.
Dopo aver autorizzato la costruzione, nel 2011 deliberava di escludere dalla VIA il mastodontico progetto e relativi parcheggi.
Chi doveva occuparsi della costruzione del polo commerciale Le Perle e proprietaria dei terreni, era la società immobiliare “Faenza Erre Srl”, in seguito trasformata in “Faenza Erre SpA” legalmente rappresentata dal Sig. Roberto Bertozzini e creata appositamente nel 2008. Aveva sede a Reggio Emilia, in via Meuccio Ruini 10, (fino al 2020), stessa sede della Unieco della quale era una creatura.
La Unieco, storica cooperativa rossa edilizia di Reggio Emilia, che doveva dirigere i lavori era entrata in crisi e fu messa nel 2017 in liquidazione coatta.
Nel 2017 Unieco e Coopsette, altra cooperativa rossa, vengono coinvolte nel maxi processo Aemilia sulla ‘ndrangheta emiliana. I due colossi cooperativi, travolti dalla crisi, furono ricordati anche dal pentito 46enne Francesco Oliveri, in una deposizione. Il pentito affiliato a cosche della 'ndrangheta, si occupava di “movimento-terra e lavori stradali" e ricorda "avevamo già dagli anni Novanta collegamenti con le cooperative emiliane: Unieco, Coopsette e via dicendo”. Il pentito, su precisa domanda della Corte, spiegava: "Se le aziende sane erano in difficoltà venivano fornite fideiussioni bancarie tramite società all’estero, in secondo luogo veniva fatto in modo che pagassero meno Iva e meno tasse. Si facevano pure sparire i rifiuti pericolosi, con l’escavatore si scavava una buca e li sotterravamo". https://www.gazzettadireggio.it/reggio/cronaca/2017/03/17/news/in-rapporti-con-unieco-e-coopsette-1.15046968
La Bianchini Costruzioni, il cui dirigente è stato condannato per il concorso esterno in associazione mafiosa, nella tranche del processo d'appello di Aemilia (2021), era in solidi rapporti con Unieco. https://re.istruzioneer.gov.it/wp-content/uploads/sites/10/2021/03/3.-legalita%CC%80.-mafie-e-ndrangheta-a-Reggio-maggio-2020.pdf

Ma torniamo a Faenza. Intorno al 2012 i lavori si fermarono, quando era stato ormai realizzato tra il 70 e l’80 per cento delle strutture. Faenza Erre nel 2015 venne messa in liquidazione con un debito di 75 milioni di euro. A marzo 2019 il Tribunale di Reggio Emilia accettò la proposta di concordato preventivo proposta da Faenza Erre.
A questo punto la situazione si ingarbuglia, come spesso avviene, tra fondi di investimento internazionali, scatole cinesi e società in paradisi fiscali.
Il Tribunale di Reggio Emilia omologa la proposta di concordato preventivo avanzata dalla società Faenza Erre s.r.l. volta alla ristrutturazione dell’esposizione debitoria.  
Così tramite un
fondo d'investimento specializzato nel settore delle “distressed situation” (l'inglese York Capital Management Europe Advisors LLP), entra in scena Tilon sarl, società con sede in Lussemburgo, il cui amministratore unico è il milanese di origini argentine, Juan Pablo Marino.
Juan Pablo Marino, è anche CEO di Mco Re, società di Real Estate Investment and Management che ricerca situazioni fallimentari. Queste le sue parole in una recente intervista:
“Siamo concentrati sul consolidamento della nostra presenza nei mercati secondari, con l’obiettivo di continuare a investire in operazioni speculative e acquisizioni di società immobiliari”. https://realestate.pambianconews.com/2024/09/24/le-citta-piu-piccole-spingono-la-crescita-del-mercato-immobiliare/
La Tilon acquisisce quindi la totalità delle quote di Faenza Erre srl. Come risulta dalle visure camerali da noi acquisite, l’iniezione di liquidità per la ricostituzione del capitale sociale è stata pari a 22 milioni e 780mila. 




Di Tilon Sarl però non si trova tracce su internet, se non questa breve info, tratta dal sito https://www.editus.lu/en/tilon-sarl-luxembourg-1723419
E ci si chiede, come fa una società sconosciuta con capitale dichiarato di 12 mila euro a versare 20 milioni di euro per salvare una società in liquidazione?


Il Lussemburgo, si sa, è considerato un paradiso fiscale proprio perché viene scelto da società finanziarie che vi insediano sedi "fantasma" per eludere il fisco e purtroppo anche per il riciclaggio di denaro sporco.
(Non vogliamo insinuare niente sul caso specifico, ma solo fare una constatazione generale).
Grazie a questa iniezione di capitale, ad aprile 2019 viene revocata la liquidazione coatta per Faenza Erre.
A questo punto i debiti vengono svalutati, e pare estinti, tramite il piano concordatario, approvato dai creditori. La società cambia sede e si trasferisce a Milano (Via Terraggio n. 9).
Intanto entra in gioco anche la multinazionale portoghese Sonae Sierra Sonae, (controllata da SGPS) che si occupa di Leasing, Marketing e Design, e cerca acquirenti per il rinominato Faenza Shopping Park. È il 2022 e ora il progetto consiste in un centro commerciale con 40 negozi di lusso, 2.500 posti auto, 10 ristoranti e bar

(Dal sito https://opening.faenzashoppingpark.it/project/)

Nella relazione di bilancio relativa all'anno 2023 di Faenza Erre, si legge “l’intervento complessivo si sviluppa su una vasta area, 186.433 mila metri quadrati con terreni di espansione non ancora urbanizzati" Lasciando intendere che c
i sarà un'ulteriore colata di cemento, oltre ai terreni già cementificati in passato. Finora sono stati realizzati i lotti 1 e 3, mancano i lotti 2 e 4 e 5 (stazione carburanti)”.
A partire dal 2022 senza neppure un passaggio in consiglio comunale, il Comune sbandiera nei giornali l’idea di insediare nelle ex Perle la “Motor Arena”, una sorta di motor show permanente, finanziato con soldi pubblici, a servizio della “autoproclamata Città dei Motori”. https://www.ravennaedintorni.it/economia/2022/05/05/faenza-nasce-la-motor-arena-un-luna-park-gli-appassionati-auto-moto/

Il tutto in linea con il delirio motoristico ormai in voga in questa regione. 
Per dirla con le parole di politici (e venditori di fumo) si tratterà di “un polo attrattivo dedicato agli appassionati di moto e auto. La nuova Motor Arena ospiterà eventi, tornei ed esibizioni di e-sport, esposizioni, memorabilia, simulatori di gare e pit stop. Per completare l’esperienza e attrarre il maggior numero di appassionati di due e quattro ruote, nell’area retail e ristorazione dello shopping park è previsto anche l’inserimento di brand e insegne a tema motori. Il progetto nasce grazie all’impegno del Comune di Faenza e di IF Tourism Company che si uniscono ai principali protagonisti del mondo dei motori del territorio: Scuderia AlphaTauri, Gresini Racing, Autodromo di Imola, Gian Carlo Minardi”.
Partner dell’iniziativa anche la Regione Emilia-Romagna e il Consorzio Con.Ami, "che sosterranno l’investimento, e il Comune di Imola, per un progetto che nasce come perfetto completamento dell’offerta dell’Autodromo".
 
https://www.ravennaedintorni.it/economia/2022/05/05/faenza-nasce-la-motor-arena-un-luna-park-gli-appassionati-auto-moto/


La grande struttura doveva inaugurare alla fine del 2023, con negozi di piccole e medie dimensioni, una galleria a cielo aperto, la Motor Arena, ristoranti, bar, spazi all’aperto ecc. Ma qualcosa non è andato secondo i piani e nell’estate del 2023 tutto era ancora praticamente fermo in cantiere, tanto che l’area è stata usata per stoccare l’enorme mole dei rifiuti derivati dall’alluvione. 

Nel 2024 si è proceduto all’indagine di mercato per "individuare un immobile da destinare alla realizzazione di un centro per la valorizzazione della Motor Valley Faentina". Un'indagine ovviamente cucita apposta sull’area ex perle, così che l’unico plico arrivato il 6 maggio 2024 è stato di Faenza Erre che si è aggiudicata il bando (il 30 ottobre 2024).

E così ora ci troviamo con un'ampia area faentina totalmente in mano a capitali esteri e fondi di investimento che fanno operazioni speculative sulle situazioni immobiliari in crisi. 
Qui in questo baraccone, (che avrebbe dovuto essere decementificato e restituito alla comunità), finiranno anche fondi pubblici destinati alla Motor Valley (mito tossico tanto cara alla nostra regione). Quanti soldi pubblici finiranno quà dentro, non è ancora chiaro.
Restano inoltre sospese molte domande. Quanto traffico attirerà questo baraccone una volta in funzione? Secondo il progetto nel mega parcheggio saranno presenti 2500 posti auto.
Visto che non saranno aumentati i mezzi pubblici per raggiungere il luogo, il traffico sarà imponente. Come farà via Bisaura a sopportare questo intenso traffico? Quanto aumenterà l'inquinamento dell'aria nella zona industriale a Faenza, già gravata dalle centrali a biomassa e da altre industrie, oltre che dall'autostrada?

Non solo, visto che cemento attira cemento, stanno fiorendo tutt’attorno nuove lottizzazioni. La giunta di Faenza, con la delibera n.71 del 2 aprile 2024, ha infatti approvato una nuova lottizzazione richiesta dalla Lanzone Due srl (società con sede a Milano, che nel 2023 rilevò una parte del terreno dal fallimento Bentini) e dai signori Goni, per un totale di 5 lotti, a destinazione produttiva artigianale, (uffici, aziende, poli logistici), circa 35 mila metri quadrati (SUL massima).






Secondo la Valsat tutta la zona (ex Perle comprese) si trovano in un'area "di pericolosità P2, con una probabilità di alluvioni poco frequenti, con un tempo di ritorno tra 100 e 200 anni – media probabilità di allagamento (P2 – M)". Sicuramente molto più frequenti, con la crisi climatica in atto e aumentare il terreno impermeabilizzato, non aiuta.
Da Motor Valley a Water valley, come abbiamo visto, è un attimo.

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