Moto cross nei Monti Coralli: una priorità?

Da qualche settimana sono partiti i lavori di ampliamento e riqualificazione del circuito da motocross Park 04-Monte Coralli, con i soldi del PNRR (debiti con l'Europa), "Sport e inclusione-cluster 3". Cosa c'entri l'inclusione con il motocross, non è dato sapersi, ma si sa, quando ci sono soldi pubblici da spendere, le priorità si perdono e piove sempre sul bagnato.

Un progetto che con ogni probabilità aumenterà la fruizione di mezzi motorizzati in ambiente naturale, aumenterà il traffico indotto, l'inquinamento acustico e dell'aria. Come può essere in linea con il Regolamento UE 2020/852 ed in particolare l’art. 17 che definisce gli obiettivi ambientali, tra cui il principio di non arrecare danno significativo (DNSH “Do no significant harm”)? 
Come può rispettare i principi trasversali previsti dal PNRR, quali, tra l’altro, il principio del contributo all’obiettivo climatico? 
Eppure in questa regione, ormai è chiaro, gli obiettivi climatici e ambientali sono sacrificati alla retorica tossica della Motor Valley: più rombano i motori, meglio è. 
Andrea Dovizioso, ex campione di MotoGP, ha quindi preso in gestione la pista, e tutta la zona intorno, con la sua società RBM srl, intestata al commercialista di Faenza Andrea Visani.

Ad un entusiasta giornalista dice: "Rifaremo i monti Coralli dall'A alla Z, non ci occuperemo solo dell'area da motocross". Una frase che suona come una minaccia, mentre dietro di lui le ruspe sbancano la collina.

Questa zona è di grande pregio naturalistico, vincolata dalla Soprintendenza, geosito di sabbia gialle (sabbie fossili risalenti a 1 milioni di anni fa, quando il mare lambiva queste terre), purtroppo sfruttata senza riguardi da decenni. 

Adibita negli anni '50 a cava di sabbia gialla, quando la cava si spostò nel versante opposto su Via Casale (la ex cava Falcona), questa collina divenne un campo da moto cross. E così è rimasto negli anni, proprietà del Comune di Faenza, con il crossodromo gestito da privati, ultimamente poco frequentato e in deficit. 

Il progetto, finanziato per 4 milioni dal PNRR (debiti con l'Europa), cerca di risollevare le sorti del campo da motocross. 

Da quel che abbiamo capito, nell'ambito "Sport e inclusione-cluster 3" c'erano in ballo circa 160 milioni di euro, divisi tra le circa 40 associazioni nazionali sportive, che dovevano mettersi d'accordo con i Comuni per presentare dei progetti. La FMI (Federazione Motociclistica Italiana) ha "scelto" il crossodromo di Faenza e al Comune di Faenza, ubriaco com'è del mito dei motori, non gli è parso vero, accettando subito la proposta. Il progetto è stato affidato allo studio di architettura Paisà. In pochi mesi è stato bandita una gara per trovare un gestore, e l'unico che si è presentato è stato Dovizioso. La prima tranche di lavori è quindi già partita, e per contratto questi primi lavori sono pagati (700 mila euro) dalla società di Dovizioso. 

Nelle prime fasi di lavori è avvenuto il taglio di almeno dieci grandi alberi nel bel mezzo della pista, che a detta del progettista Stignani, "stavano in mezzo" e il totale rifacimento del volto della collina, per "addolcirla" e "renderla congrua al paesaggio intorno".


Come era prima, notare gli alberi in mezzo alla pista, tutti tagliati dal nuovo progetto 





Noi però abbiamo fotografato anche il taglio di vari alberi limitrofi alla pista, nonché il taglio di un ramo di una quercia secolare. Abbattimenti e potature non previste dal progetto. Stignani con noi ha ammesso che sono stati "danni collaterali 
che non ricapiteranno". I forestali sono al corrente ma non sappiamo se abbiano fatto multe. 
Ad ogni modo, se andiamo a confrontare le foto aeree di prima e dopo, vediamo un'enorme ferita al paesaggio.







Il progetto definitivo prevede anche la piantumazione di vari alberi nel cosiddetto "paddock" (parcheggio camper), e il rifacimento di vari edifici che diventeranno sede della Federazione di Motociclismo Italiano (FMI) che qui allenerà i suoi giovani atleti ad uno "sport" che resta tra i più pericolosi e inquinanti.

Viene spontaneo chiedersi se non era più "congruo", sensato, ecologico ed economico, da parte del Comune, lasciare perdere il progetto del motocross, e fare qui un museo geologico all'aperto, con tanto di percorso trekking, tra collina e boschetti, magari con pannelli didattici che raccontano cosa sono le sabbie gialle e la storia di quel luogo. Nei campi limitrofi si trovano ancora tanti fossili, perché non farne un percorso didattico escursionistico?

Purtroppo, per il Comune di Faenza, sembra sia più importante valorizzare il mito dei motori che la cultura e il rispetto del paesaggio. 

Pareti di sabbie gialle con nidi di gruccione

conchiglie fossili








E' bene ricordare che un tempo (2009), con il Piano Strutturale Comunale Associato (PSCT), il Comune aveva inserito tra gli obiettivi la riqualificazione dell'ex cava Falcona, (quella che si trova a poche centinaia di metri dal crossodromo, lato via Casale), con un museo geologico all'aperto e un collegamento alla ciclopedonale sul Senio, per mostrare a tutti la bellezza delle sabbie gialle. Fallita la CTF, che aveva in gestione la cava e doveva riqualificare, il progetto è morto lì. L'ex cava è ora luogo di abbandono e degrado, con cumuli di sporcizia ovunque e terreni sfruttati in modo intensivo con sversamenti di ceneri e fanghi.
Ma dei milioni del PNRR, qua non arriverà neppure un centesimo.


La vecchia pesa della ex cava Falcona, su Via Casale


rifiuti all'ingresso della ex cava Falcona



spettacolare parete di sabbia gialla, rimasta dalla cava Falcona, con nidi di gruccione



spandimento ceneri/ammendanti nei terreni vicino cava Falcona



Ma torniamo al crossodromo dove i soldi del PNRR piovono copiosi. 

Dal sito http://sitap.beniculturali.it/ la zona motocross risulta vincolata ai sensi del D.lgs 42/2004, per la presenza di boschetti (zone di margine) e corpi idrici (Rio Pideura che passa in mezzo).

Il progetto ha ottenuto l'autorizzazione paesaggistica dalla Soprintendenza, che pare si sia innamorata di questo "addolcimento" della collina.
Eppure un progetto di questa portata avrebbe bisogno quantomeno di una valutazione di impatto ambientale (VIA). Che però non c'è.

Ironia della sorte, e paradossi italiani: se fosse un nuovo crossodromo la VIA sarebbe richiesta, ma essendo un vecchio campo da motocross è esente da VIA. Il problema è che questo crossodromo non ha mai fatto una Valutazione di Impatto Ambientale perché negli anni '60 non era richiesta! In pratica in Italia tutti gli scempi ambientali del passato, sono confermati senza valutazione di impatto ambientale. 

Sulle pareti nidificano gruccioni, nei boschetti c'è una ricca biodiversità. Come verranno tutelati dal continuo rumore, dal pubblico, dall'avvicendarsi di mezzi a motore? Abbiamo anche chiesto ad Arpae il monitoraggio dell'impatto acustico: chi lo fa? Quante centraline e dove? Alla Conferenza dei Servizi che ha approvato il progetto, Arpae non dà neppure una prescrizione!



Ma che ci guadagna il Comune? Un "posto al sole" nella Motor Valley, e un po' di soldini. Il gestore Dovizioso darà una minima percentuale solo dal 2028, e solo se i guadagni sono buoni. In pratica se sarà un buco nell'acqua, ci rimetterà (come sempre) la collettività.

Altra questione da risolvere, è il collegamento con il circuito, essendo una zona sprovvista di mezzi pubblici...verranno messe delle navette? chi le pagherà? è stato fatto un piano del traffico? Come sarà organizzata la mobilità per non intasare le strade strette, tortuose e pericolose di quelle colline?
Per ora nessuno sa niente, tantomeno il Comune.
Non dimentichiamo che il tutto è accaduto senza mai informare o coinvolgere i residenti della zona.

Dulcis in fundo, leggiamo che grazie a questo progetto, la Federazione Motociclistica Italiana andrà anche nelle scuole, oltre ad organizzare visite guidate nel circuito e prime prove. Il tutto per far appassionare i giovani al rombo dei motori.
Come se ce ne fosse il bisogno, in una delle zone più motorizzate del mondo!
Noi credevamo che la scuola dovesse fare educazione alla mobilità sostenibile, e non insegnare ai ragazzi a correre in moto in collina.
Ma qui siamo nella Motor Valley, baby...

















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