Le nostre osservazioni alla lottizzazione dell'orto della Ghilana (area alluvionata)

 

La lottizzazione dell'orto della Ghilana, affondato sotto un metro e mezzo d'acqua a maggio scorso, è al suo rush finale. Noi di Faenza eco-logica e Extinction Rebellion ci stiamo battendo da anni per imperdirlo, tra sit-in, manifestazioni, raccolte firme e osservazioni puntuali. 

Qui sotto riportiamo le nostre osservazioni inviate a tempo debito all'Unione Romagna Faentina e ora anche a tutti i consiglieri in modo che siano informati al momento del voto (presumibilmente a febbraio). 

Sgombriamo però il campo da alcuni equivoci che pare stiano serpeggiando tra i consiglieri che vorrebbero (ma non osano) votare contro. Si sente dire che il costruttore si potrebbe rivalere sul Comune se il progetto venisse bloccato. Falso. L'accordo NON è ancora stato approvato, il costruttore non può vantare di alcun diritto acquisito e tantomeno chiedere risarcimenti. Non è vero quanto dice il sindaco di Faenza, Massimo Isola alle telecamere di Report. Alla domanda se il Comune può rigettare l'accordo, lui risponde "ad oggi non abbiamo elementi per rimettere in discussione iter autorizzativi a meno che non sia il commissario Figliuolo a chiederlo, e non certo se lo chiede un gruppo di cittadini". E da quando in qua il generale Figliuolo si occupa anche di urbanistica? da quando in qua conta più del Consiglio comunale eletto? 

https://www.facebook.com/ReportRai3/videos/698830832363199

In realtà per legge il consiglio comunale di Faenza e quindi il consiglio dell'Unione Romagna Faentina POSSONO rigettare l'accordo, senza dover temere nessuna richiesta di risarcimento dal privato. 

Il consiglio comunale a inizio 2020 (a fine mandato) aveva approvato la generica "manifestazione di interesse" (fu un grave errore), ma non ha ancora dato il suo parere positivo all'accordo operativo specifico e alle relative compensazioni e integrazioni e modifiche post alluvione. I consiglieri non debbono aver paura di richieste di risarcimenti dai costruttori, ma dovrebbero preoccuparsi delle cause civili e dei risarcimenti che potrebbero essere chiesti ai costruttori così come ai consiglieri e ai sindaci che hanno votato a favore, in caso di nuovo alluvione e danno alle nuove villette e alle case tutt'attorno. 

Continua intanto la raccolta di firme sia cartacea (sabato mattina banchetto in piazza) sia online https://www.change.org/p/salviamo-l-orto-della-ghilana-dal-cemento.

Sotto le osservazioni inviate a dicembre 2023 da Faenza eco-logica ed Extinction Rebellion Faenza, ora sottoposte al vaglio del CUAV (Comitato Urbanistico di Area Vasta con un rappresentante Provincia, uno della regione Emilia Romagna, uno dell'URF, e vari rappresentanti degli Enti che devono approvare come Arpae ecc).

La decisione finale spetta quindi al Consiglio di Unione previo indirizzi del Consiglio Comunale di Faenza.


OGGETTO: OSSERVAZIONI alla Proposta di Accordo Operativo ex art. 4 LR 24/2017 "Area Ghilana", Ambito 04 Fiume Lamone – Via Firenze. 

Premessa: Dopo l'alluvione disastroso che ci ha colpito a maggio 2023, per mesi siamo stati sotto i riflettori di tv e media nazionali, che mostravano l'uso spregiudcato del suolo. Il recente rapporto Ispra ci mette al quarto posto come Regione per consumo di suolo, con il maggiore incremento soprattutto in zone a rischio idraulico. Gli accordi operativi figli delle "Manifestazioni di interesse" (ex art. 4 della L.R. n.24/2017), non fanno che aumentare il consumo di suolo parlando in modo fuorviante e anacronistico di "interesse pubblico", ma non c'è nessun interesse pubblico a cementificare, soprattutto vicino ai fiumi, soprattutto laddove il fiume ha dimostrato di poter arrivare. Contestiamo questo modo scorretto e anacronistico di porsi verso il suolo. Non si può più considerare il suolo come un "bancomat" per riscuotere soldi, poiché il suolo fertile e integro è un bene comune da tutelare e preservare così com'è. Il suolo è una immensa spugna di acqua e CO2 ed ha importanti funzioni ecosistemiche, come la regolazione del microclima, il sequestro di carbonio, la costituzione di un serbatoio di acqua, la fornitura di materie prime, cibo e fibre, habitat per i microorganismi. Va da sé che ogni nuova costruzione e impermeabilizzazione implica una distruzione o almeno una riduzione di tali benefici, maggiore carico di acqua che si riversa su strade e fognature, aumento del rischio idraulico e minore resilienza agli effetti del cambiamento climatico. Quindi un minore beneficio per tutte e tutti.

 Osservazioni

1) Il parere favorevole della Conferenza dei Servizi è stato precedente all'evento alluvionale, poiché datato il 18/04/2023, (delibera n. 920/2023). A seguito degli eventi alluvionali (16-17 maggio 2023), il proponente ha confermato l’intenzione di procedere, apportando modifiche al progetto (innalzamento impostazione piano terra edifici e eliminazione interrati). A nostro parere deve ripartire una nuova conferenza dei servizi, su questo nuovo progetto, richiedendo il parere di tutti gli enti in quanto le mappe e il livello di rischio sono completamente stravolti. In particolare la Soprintendenza, a nostro parere, deve esprimersi sulla possibilità che l'innalzamento del piano di campagna e la costruzione delle villette, aumenteranno il rischio idraulico nei prossimi decenni per la villa storica della Ghilana (tale villa non potrà essere rialzata) e sul fatto che le villette "rialzate", secondo il nuovo progetto, possano coprire la visuale della Villa Ghilana e delle colline (vedi osservazione 5). Il parere della Commissione per la Qualità Architettonica e del Paesaggio era un “parere favorevole” in data 05.02.2021, annotato agli atti con prot. n. 11449 del 11/02/2021 ma con prescrizione: "le nuove costruzioni devono essere percepite, rispetto alla villa padronale "Ghilana", presenze gerarchicamente subalterne. A tal fine si ritiene che l'altezza dei nuovi corpi debba attestarsi verso un'altezza massima di 2 piani fuori terra, nell'ordine dei 7,5mt circa". 

E' opportuno verificare se con il rialzo del piano di campagna e villette sopraelevate si rispetterà questa altezza massima. Gli enti devono esprimersi sul progetto così modificato che a nostro parere non può in alcun modo garantire la mancanza di danni né la sicurezza di queste nuove ville in caso di alluvione simile o peggiore di quello di maggio 2023. Gli enti devono inoltre esprimersi sull'aumento del rischio idraulico per le case esistenti su Via Firenze e nel quartiere Orto Bertoni, causato dall'innalzamento e parziale impermeabilizzazione dell'orto della Ghilana, che implicherà necessariamente minore assorbimento e trattenimento di acqua da parte dello stesso "orto". 








2) Il terreno soggetto a lottizzazione, (Catasto Terreni - Foglio 171 Mappale 357 – Qualità orto. Irrig. Cl. 1, Superficie Cat. Mq 6.222) , è stato allagato dall'alluvione di maggio come si legge "con un livello compreso c.a. tra i 70 e i 150 cm". Calcolando una media di circa 1 metro di acqua per la porzione che si vuole lottizzare, ciò vuol dire che tale porzione ha contenuto e lentamente assorbito, durante l'alluvione circa 6000 tonnellate di acqua, come si vede dalla foto datata 17 maggio. Dove finiranno queste 6000 tonnellate di acqua a lottizzazione avvenuta, se dovesse ricapitare un evento simile o peggiore di quello di maggio? Sopra e sotto l'orto della Ghilana fotografati il pomeriggio del 17 maggio 2023 







3) L'accordo operativo prevede: "l'innalzamento del terreno della superficie fondiaria, l’eliminazione degli interrati, l’innalzamento dei piani terra di 5 cm sopra il livello di allagamento. In questo modo gli edifici risulterebbero, anche con un’alluvione eccezionale come questa, sicuri e fuori dall’allagamento" (cit. Pag 2). In realtà nessuno può garantire una reale e duratura sicurezza, in quanto gli eventi estremi saranno sempre più intensi e imprevedibili nei prossimi decenni (come ci dicono i recenti report IPCC). La scienza climatica sottolinea che stiamo andando verso una intensificazione dei fenomeni estremi, e le alluvioni "rare" o "poco frequenti" saranno molto più frequenti di quanto finora previsti. Il proponente non può quindi garantire, al di là di ogni ragionevole dubbio, la sicurezza dei futuri residenti, (oltre alle auto ivi parcheggiate e ogni oggetto di proprietà). Questo progetto aumenterà le case, i beni ed i cittadini esposti al rischio alluvione. A nostro avviso, si profila anche un possibile danno erariale, visto che i risarcimenti per danni da allagamento saranno a carico dello Stato e non certamente dei proponenti o dei costruttori. L'innalzamento del piano di campagna inoltre aumenterà il rischio di inondazione per le strade e le case limitrofe (tra cui la Villa della Ghilana che resterebbe più bassa, in quanto vincolata dalla Soprintendenza), dove si riverseranno, in caso di alluvione, migliaia di tonnellate di acqua non più assorbite dall'orto della Ghilana, che fungeva come naturale cassa di laminazione. Invochiamo quindi il principio di precauzione, e lo stop al consumo di suolo quantomeno in zone alluvionate. Bisogna unicamente mettere in sicurezza le case esistenti (e già è un'impresa complessa), non certamente aumentare le case esposte al rischio! 

4) A Pag 2 della relazione tecnica si parla di "giovani pini" quando in realtà sono pini adulti, alti almeno 20 metri e quindi con un'altezza stimata di 30 anni e una fronda imponente. Non può chiamarsi "riqualificazione delle alberature", si tratta di abbattimento con conseguente depauperamento della biodiversità urbana, essendo rifugio di uccelli, pipistrelli e tantissimi altre specie; impoverimento anche in termini di assorbimento di emissioni climalteranti, che non possono essere compensate se non da nuovi alberi della stessa età e della stessa dimensione. 

5) Leggiamo poi a pag 4: "l’obiettivo generale è un intervento dal minimo impatto visivo da via Firenze, con edifici a due piani circondati da siepi o filari alberati, mantenendo la visuale sulle colline. In questo senso aiuta il livello del terreno edificabile, più basso rispetto a via Firenze". Come già detto sopra, questo “obiettivo generale” è contraddetto dal nuovo progetto poiché il piano di campagna e le villette saranno sollevate, andando ad impattare maggiormente sulla visuale.

6) Ai 6 lotti (con possibilità di villette bifamiliari, quindi 12 villette), si aggiunge il parcheggio (377 metri quadrati) detto "pubblico" ma che di fatto servirà solo ai residenti delle villette in quanto difficilmente un'auto di non residenti verrà a parcheggiare qui. Quindi ancora, il consumo di suolo causato dal parcheggio sarà utile solo ai residenti delle nuove villette. Il danno sarà pubblico ma il beneficio privato. 

7) Anche la scelta di ampliare la strada a due corsie, larga mt. 6,50 fino al parcheggio, con conseguente abbattimento dei 19 pini non persegue alcun beneficio pubblico. Si spiega che "si è dovuto tenere conto della richiesta dell’Amministrazione di prevedere la possibilità, in futuro, di un secondo accesso stradale al quartiere Orto Bertoni. Questo ha richiesto, quale investimento per il futuro, una strada più larga di quanto ipotizzato inizialmente, con capacità di traffico che vanno ben oltre l’esigenza degli edifici di progetto". Un futuro congiungimento stradale alla Via Orto Caporal sarebbe comunque a carico del comune e implicherebbe consumo di suolo, espropri, aumento di traffico in via Orto Caporal con conseguente aumento di rischio incidenti e inquinamento, in totale controtendenza rispetto al PUMS che invece si pone come obiettivo quello di ridurre il traffico, creare "quartieri 30" e ZTL. I residenti di via Orto Caporal e delle vie del quartiere saranno quindi penalizzati da maggior traffico, incidentalità e inquinamento, non previsti dal PUMS. 

8) Relativamente alla relazione sull’invarianza idraulica redatta dal geologo Albertus Van Zutphen, già depositata in data 30 sett 2021 (doc 04), e agli ultimi aggiornamenti di progetto, leggiamo a pag 6: "vista la mancanza di sufficienti aree verdi pubbliche, sentito il parere dei tecnici di hera, la laminazione viene assolta con il sovradimensionamento della fognatura acque bianche della strada e del parcheggio pubblici". In realtà il sovradimensionamento delle fognature non può in alcun modo sostituire la funzione di una cassa di laminazione. In quanto il surplus di acqua (calcolato a maggio in circa 6000 tonnellate di acqua) non sarà più assorbito lentamente dal terreno ribassato dell'orto della Ghilana, ma finirà n un solo colpo negli scoli e quindi nelle fognature pubbliche, che a Faenza già ora riscontrano enormi problematicità, andranno quindi a caricare la rete esistente, contribuendo al danno pubblico. 

9) La frase "Da notare che un innalzamento della quota di campagna della superficie fondiaria, prevista dal progetto a seguito dell’alluvione, non modifica, semmai migliora, il sistema di laminazione" è totalmente insensata, sembra un atto di fede e non è seguita da alcuna spiegazione razionale. Anche i bambini sanno che se si tappa e copre una vasca di cemento, fino all'orlo, e poi si apre il rubinetto, l'acqua finirà a terra. Il surplus di acqua non più assorbito, come già detto, si riverserà sulle fognature, sulla Via Firenze, sulle case vicine e sulla storica Villa Ghilana, che non può essere rialzata. 

10) A Pag 8 leggiamo: "L’alluvione ha stravolto ogni previsione sul futuro assetto degli argini tale da rendere inutile ogni ipotesi di riprogettazione. Rimane quindi fermo l’impegno economico previsto per opere di interesse pubblico - stralcio 5 di intervento – dove un nuovo percorso naturalistico potrebbe sostituire/integrare, modificare quello attualmente progettato". Visto che non viene precisato quale è il percorso richiesto in cambio, deduciamo che non ci sono compensazioni certe. Per un progetto così pericoloso e impattante, non esistono compensazioni valide. Unica compensazione è lasciare il terreno così com'è e magari destinarlo ad orti sociali. 

11) Sempre a pag 8 i proponenti lamentano che "il terreno ha subito sicuramente un deprezzamento, sia per le opere aggiuntive necessarie per i riporti di terreno da prevedere, che per l’immagine commerciale dell’area venutasi a screditare per l’evento calamitoso avvenuto. In questa sede non si vuole rimettere in discussione i valori previsti dal piano economico finanziario, ma certamente la stima di valore dell’esperto dell’URF (prot. 48576/2022 - valore sup. Fondiaria €282.665,00) potrà essere oggetto di revisione, essendo basata su un bene che, per gli eventi alluvionali di cui sopra, non risulta più lo stesso". Comprendiamo che i proponenti stanno chiedendo minori oneri urbanistici (monetizzazione housing sociale) rispetto ai previsti 282.655 euro. Se il Comune accettasse, per assurdo si profilerebbe una situazione paradossale: la scelta azzardata di voler comunque lottizzare una zona alluvionata, consumando suolo, mettendo a rischio chi ci abita e i vicini, anziché essere stigmatizzata, verrebbe premiata dal pubblico con uno sconto sugli oneri urbanistici. Verrebbe da dire...oltre al danno la beffa!

 12) A pag 14 leggiamo "Da un punto di vista strettamente finanziario l’operazione non avrebbe senso, considerati gli imprevisti e i rischi." Concordiamo sul fatto che l'operazione sia piena di rischi, perché quindi persistere a lottizzare un'area alluvionata? Gli ipotetici scopi sociali si annullano visto che come già ampiamente dimostrato aumenta il rischio sulle case già esistenti e su tutto il comparto fognario, e viene eliminata la funzione benefica (e sociale) di un grande orto fertile che dona cibo e può al bisogno contenere le inondazioni. 

13) Nel parere favorevole della Conferenza dei Servizi notiamo che negli allegati manca il CDU Certificato di Destinazione Urbanistica di quell'area perciò anche il volume delle cubature edificatorie 

Conclusione:  Chiediamo di rigettare il progetto o quantomeno sospendere ogni procedimento autorizzativo fino all'approvazione del PUG e fino a quando saranno operative sufficienti aree di laminazione e casse di espansione (finora inesistenti) visto che il Lamone è uno dei fiumi più pericolosi. Chiediamo agli enti pubblici di non autorizzare questo progetto, lasciare il terreno alla sua funziona agricola, magari aiutando i proprietari a valorizzarlo con progetti rurali e sociali, e/o con un percorso storico-naturalistico. In caso contrario, Faenza sarà esempio di cattiva gestione del suolo per tutta l'Italia. 

Linda Maggiori Portavoce di Faenza eco-logica ed Extinction Rebellion Faenza

Qui potete trovare elaborati del progetto


foto delle proteste tra novembre 2023 e gennaio 2024 contro la lottizzazione della Ghilana








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