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La centrale biogas di Granarolo comprata dalla Snam

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  A Granarolo, frazione di Faenza, in via Fabbra, sorge dal 2012 un impianto a biogas.  Biogas ottenuto da digestione anaerobica di mais, coltura tra le più esigenti di acqua e pesticidi. Il biogas viene poi bruciato per ottenere energia. L’attuale potenzialità è pari a 999 KW (quindi circa 1 MW). In pratica si coltiva per bruciare:  un impianto di biogas da 1 Megawatt necessita di circa 400 ettari di terreno per coltivare mais e sorgo come “materia prima” combustibile.  Come sottolinea  Isde (associazione Medici per Ambiente) , la produzione di biogas non è scevra da ulteriori problemi ambientali. Oltre all’occupazione di suolo con coltivazioni non alimentari, il biogas contribuisce ad inquinare l’aria (visto che il gas cmq viene bruciato).  Nella combustione di biogas, così come dalla combustione di gas, si liberano nell'aria polveri sottili e altri inquinanti, comprese le diossine, che si formano in tracce in ogni processo di combustione (a 200-450°c) e in presenza di cloro

L’ecomostro diventa sede della Motor Valley, con capitali lussemburghesi

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Le Perle, l’ecomostro di Via Bisaura a Faenza, con le sue sfere bianche e i v entimila metri quadrati ricoperti di cemento, ormai ai rovi, s ta per diventare sede della Motor e Food Valley. Lo scellerato progetto risale al 2008 ed era a suo tempo chiamato “Life Style Outlet Village Le Perle di Faenza”: circa 120 negozi, più di 40.000 mq di parcheggi. Il t utto a fianco delle Maioliche, centro commerciale già esistente. La Giunta comunale dell’allora sindaco Malpezzi, come tutte le altre passate e presenti, stendeva il tappeto rosso ai cementificatori. Dopo aver autorizzato la costruzione, nel 2011 deliberava di escludere dalla VIA il mastodontico progetto e relativi parcheggi. Chi doveva occuparsi della costruzione del p olo commerciale Le Perle e proprietaria dei terreni, era la società immobiliare “Faenza Erre Srl”, in seguito trasformata in “Faenza Erre SpA” legalmente rappresentata dal Sig. Roberto Bertozzini e creata appositamente nel 2008 . A veva sede a Reggio Emilia, in via M

Mal'aria a Faenza. Il ruolo delle centrali a biomassa e biometano.

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Il 30 ottobre come Faenza eco-logica e Rete Emergenza Climatica Ambientale abbiamo organizzato un interessante convegno. Ecco qui di seguito un riassunto della relazione di Gianni Tamino, con gentile concessione delle sue slide. Relazione di Gianni Tamino, biologo e esperto Isde Medici per l'Ambiente:  Le emissive che causano inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici sono varie, dai trasporti alle industrie.  Un ruolo rilevante è giocato dalle centrali a biomassa, molto inquinanti e poco efficienti anche a livello di energia prodotta. Il costo per kwh per la produzione di energia nelle centrali a biomassa è costante nel tempo, non si vede una riduzione da molti anni, ciò vuol dire che la tecnologia non migliora, non è competitiva rispetto alle energie rinnovabili e queste centrali sussistono solo grazie ai contributi pubblici. Le diverse tipologie sono:  - a biomasse solide  causano un forte inquinamento atmosferico mediante incenerimento legno, cippato, paglia, residui. - b

Curti (e la catena dei fornitori) vanno alla guerra. Da un'inchiesta di Weapon Watch

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A Castel Bolognese (Ra) c'è una solida azienda  coinvolta con il settore militare, ma nessuna protesta pacifista ha (finora) bussato alla sua porta. Un'azienda rinomata, che pubblicizza i suoi progetti civili ma nasconde quelli militari. Una fabbrica molto amata dalle istituzioni così come dai sindacati. Il suo  fatturato è cresciuto da 60 milioni circa nel 2018 a 90.37 milioni di euro nel 2022 di (+ 50% in quattro anni), 264 dipendenti (+16% nello stesso periodo). Visto che la guerra avanza nel mondo e massacra i civili, visto che il nostro stato sta spendendo fin troppi soldi nelle armi, è importante conoscere le aziende che fanno affari con la guerra. Per chiedergli di cambiare e abbandonare ogni progetto militare.  Pubblichiamo quindi per intero l'inchiesta di Linda Maggiori, pubblicata su Weapon Watch in due puntate, con il permesso della testata. Il Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta (NEES) AH249 di Leonardo è destinato a sostituire i “Mangusta” entro il 2028.